C’è una sigla che da un po’ di tempo a questa parte terrorizza sempre più europei, 4 lettere dietro le quali si nasconde un’operazione pericolosa per il futuro di tutti noi, che – se andrà in porto – potrà danneggiare la nostra economia, l’ambiente, i nostri diritti.

Stiamo parlando del TTIP – il trattato di liberalizzazione commerciale transatlantico, un argomento complesso e controverso, che proveremo ad illustrare in parole semplici, ma senza sminuirne il senso.
Come ben definito sul sito “Stop TTIP Italia“, si tratta di un’operazione che ha l’intento dichiarato di abbattere dazi e dogane tra Europa e Stati Uniti rendendo il commercio più fluido e penetrante tra le due sponde dell’oceano.

Fin qui sembrerebbe un’azione per certi versi sensata, ma allora perchè la Commissione UE e il Governo USA affrontano il negoziato in gran segreto? Perchè comitati e movimenti di cittadini si battono a gran voce per bloccarne l’approvazione? Perchè multinazionali e lobby insistono affinchè il trattato venga accolto?

Con il TTIP si intende costruire un blocco nei confronti di paesi emergenti (come Cina, India e Brasile) creando un mercato interno tra Europa e Stati Uniti, un mercato le cui regole e caratteristiche non saranno più controllate dai Governi secondo il sistema democratico, ma da organismi tecnici sovranazionali. In poche parole il Trattato darà alle multinazionali autorità senza precedenti, minacciando così di calpestare processi democratici, l’esercizio del potere pubblico, la protezione dell’ambiente e dei consumatori.
Facciamo un esempio: nel 1988 l’UE ha vietato l’importazione di carni bovine trattate con certi ormoni della crescita cancerogeni; se il TTIP entrasse in vigore, le aziende americane che producono carni vietate in Europa potrebbero denunciare i Governi Europei per aver leso i loro affari, chiedere un risarcimento e obbligarli a cambiare normative.

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Ciò che altresì preoccupa è la modalità segreta con cui si sta elaborando il trattato. Come spiega in una recente lettera Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, alcuni delegati stanno discutendo a porte chiuse i termini di un accordo che i cittadini conosceranno, in larghissima parte, solo quando sarà pronto per la firma: a quel punto l’Europa potrà solo decidere se prendere o lasciare. Tutto questo senza la possibilità per gli Stati membri dell’UE di ritornare su quanto verrà eventualmente sottoscritto. Nemmeno se le maggioranze dei cittadini che li abitano si esprimeranno per imboccare una direzione diversa.

Non solo dunque una minaccia per il sistema democratico, ma anche un danno per produttori e consumatori: tutti i settori saranno esposti a privatizzazioni e acquisizioni da parte di imprese e gruppi più potenti, e i mercati europei saranno invasi da prodotti USA dal prezzo stracciato e dalla qualità dubbia, che porteranno danni generali all’economia e all’occupazione.

Non dobbiamo trascurare il fatto che gli Stati Uniti non hanno ratificato diverse convenzioni e impegni internazionali ILO e ONU in materia di diritti del lavoro, diritti umani e ambiente: questo rende, ad esempio, il loro costo del lavoro più basso e il comportamento delle imprese nazionali più disinvolto e competitivo, in termini puramente economici, anche se più irresponsabile.
A conti fatti il TTIP andrà a vantaggio esclusivo di imprese americane e multinazionali.

In uno scenario del genere, la speranza di invertire il corso dei fatti per ristabilire la crescita economica sembra svanire, ma la soluzione in realtà potrebbe essere a portata di mano: iniziare rafforzando i mercati locali, investire sul sostenibile, privilegiare la qualità made in Italy.
E ovviamente aderire alla Campagna Stop TTIP – che raccoglie solo in Italia oltre 60 tra associazioni, sindacati, enti pubblici, cittadini e comunità che vogliono fermare questa deriva – firmando la petizione per chiedere alle istituzioni europee di interrompere i negoziati e partecipando sia on-line che attivamente alle numerose iniziative in programma, di cui trovate un elenco completo in costante aggiornamento sul sito ufficiale di Stop TTIP Italia.

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