Il deserto come metafora di un paesaggio mentale, una tela grezza e infinita su cui rappresentare le evoluzioni dei pensieri. [banner] Queste poche parole bastano a descrivere Desert Breath, un’opera monumentale realizzata nel 1997 dal team artistico D.A.ST., che recentemente è tornata a far parlare di sè perchè ripresa dall’alto e visibile su Google Maps (basta inserire le seguenti coordinate: 27°22’50.10″N, 33°37’54.62″E).

Ci troviamo in Egitto, esattamente a El Gouni. Qui un’enorme vasca piena d’acqua circondata da coni verticali e buche complementari realizza uno strano gioco ottico che richiama le evoluzioni del pensiero umano attraverso lo scorrere del tempo. Tutta Desert Breath infatti è stata interamente realizzata impiegando sabbia, il che rende precaria la struttura stessa dell’opera, sottoposta continuamente all’azione dei forti venti del deserto: ogni giorno i coni si abbassano un po’ di più, mentre le buche vanno pian piano riempendosi, diventando così uno strumento che misura l’ inesorabile scorrere del tempo.

Una grande clessidra abbandonata nella solitudine della natura più selvaggia, un’opera unica e grandiosa che si espande su di una superficie di circa 100.000 metri quadrati e che è stata realizzata spostando oltre 8.000 metri quadrati di sabbia.
Un monumento che ci invita ad esplorare l’infinito, prima che l’infinito la cancelli per sempre.

Desert Breath, un monumento di sabbia nel mezzo del Sahara

Desert Breath, un monumento di sabbia nel mezzo del Sahara

Desert Breath, un monumento di sabbia nel mezzo del Sahara

Desert Breath, un monumento di sabbia nel mezzo del Sahara

Desert Breath, un monumento di sabbia nel mezzo del Sahara

Desert Breath, un monumento di sabbia nel mezzo del Sahara

Desert Breath, un monumento di sabbia nel mezzo del Sahara

Desert Breath, un monumento di sabbia nel mezzo del Sahara

Desert Breath, un monumento di sabbia nel mezzo del Sahara

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